Cortiglione

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CORTIGLIONE: CENNI STORICI

La posizione geografica. Percorrendo la valle del Tiglione da Isola d’Asti verso Masio, dopo avere attraversato i paesi di Vigliano, Montegrosso, Mombercelli e Belveglio, appare sul lato destro della valle, raccolto sulla catena di colline che fanno da spartiacque tra le valli del Tiglione e del Belbo, l’insediamento di Cortiglione. Il suo territorio si estende parte in piano sul fondo valle solcato dal torrente e, per la maggior parte, sul versante collinare opposto che si fa pianeggiante ed ospita alcuni nuclei abitati.
Il nome. Prima dell’Unità d’Italia (1861) il Comune di Cortiglione si chiamava Corticelle. Il nome antico è rimasto vivo nella forma dialettale Curgèli.
Le origini. Le origini non ci sono note. Una risposta, per quanto approssimativa, è suggerita dalla radice curtis presente sia nella denominazione antica di Corticelle sia in quella attuale di Cortiglione.
Nell’Alto Medioevo il vocabolo curtis (corte) indicava una fattoria rurale, uno stanziamento agricolo, cioè un centro di raccolta e di smistamento dei prodotti della terra sorto durante il processo di riorganizzazione del territorio dopo la sua disgregazione seguita alle invasioni barbariche. Il diminutivo Corticelle starebbe a indicare un’entità rurale di modeste dimensioni.
E’ una non trascurabile supposizione fondata sull’etimo del toponimo. E’ risaputo che per scrivere di “Storia” sono indispensabili le fonti scritte autentiche che rispecchino cioè la verità. A tale proposito se ne ha un esempio, quasi clamoroso, nella storia di Cortiglione. Per molti anni infatti si divulgò la notizia secondo cui la fondazione di Corticelle dovrebbe farsi risalire al secondo secolo d.C., al tempo dell’imperatore Adriano. La notizia si fondava sul frammento di una iscrizione rinvenuta nel secolo XVII tra i ruderi del castello. Accolta e diffusa come autentica, quell’epigrafe fu poi riconosciuta falsa e respinta dall’insigne epigrammista e storico tedesco Teodoro Mommsen (1817-1903).
Le prime memorie storiche. Le prime disponibili si riferiscono non all’insediamento umano di Corticelle, ma alle istituzioni ecclesiastiche ivi esistenti incluse nel patrimonio fondiario dei vescovi di Asti. Questo patrimonio si era formato grazie alle donazioni di terre, di abbazie, di monasteri elargite da re e imperatori nel corso dei secoli e sul quale il vescovo esercitava pieno dominio. In particolare si deve ricordare il diploma emesso dall’imperatore Enrico III il 26 gennaio 1041 perché ampliava il territorio, sul quale il vescovo esercitava il potere temporale, dal precedente raggio di 4 miglia a quello di 7, estendendo in tal modo il confine del distretto vescovile nell’oltretanaro fino a Corticelle, Agliano e Costigliole.
Declino del potere vescovile. Nascita del Comune di Asti (1095). Affermazione della Famiglia aleramica. Tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII la situazione politica del Piemonte subisce un profondo cambiamento: declina il potere del vescovo, si forma nel 1095 e s’impone precocemente il Comune di Asti e si afferma tra il Po e il mare la Famiglia aleramica.
Questa famiglia discendeva dal conte Aleramo, poi marchese, figlio di un Guglielmo venuto nella prima metà del secolo X dalla Borgogna, antica provincia della Francia. Aleramo, per aver combattuto e liberato il Piemonte occidentale e la costa ligure dalla presenza dei Saraceni (nel Medioevo cristiano s’indicavano con questo nome gli arabi mussulmani) che dalla Provenza, ove nel secolo X si erano insediati terrorizzando con le loro scorrerie le popolazioni, fu ricompensato dai re Ugo, Lotario e Berengario con la donazione di gran parte del territorio che si estende dal Mar ligure al Po, confermata e ampliata nell’anno 967 dall’imperatore Ottone I.
Alla morte di Aleramo (991) i discendenti divisero il patrimonio terriero, che costituiva la Marca aleramica, in due parti: tra il Tanaro e il Po si affermarono i marchesi di Monferrato; tra il Tanaro e il mare i marchesi detti Del Vasto.
Il testamento del marchese Bonifacio del Vasto: 5 ottobre 1125. A presenziare al testamento dettato nel castello di Loreto (Costigliole) Bonifacio aveva convocato dai suoi numerosi castelli, sparsi fra il Tanaro, le Langhe e il mare, trentuno suoi fedeli consiglieri tra i quali Ascherius et Tebaldus di Corticelle oltre ad altri dei castelli di Mombercelli e Vinchio; il documento è dunque molto importante perché prova l’esistenza dell’insediamento fortificato di Corticelle e il nome di due fedeli vassalli; inoltre attesta che la valle era controllata dagli aleramici.
Il diploma dell’imperatore Federico I Barbarossa del 5 ottobre 1164. Dalla data del testamento del marchese Bonifacio Del Vasto a quella del diploma dell’imperatore Barbarossa non disponiamo di ulteriore documentazione: però le affermazioni di questo genere richiedono molta cautela perché gli archivi possono talvolta riservare inaspettate e gradite sorprese.
Con il citato diploma del 1164 l’imperatore donava al marchese di Monferrato Guglielmo il Vecchio, a compenso dei servigi a lui prestati, numerosi castelli tra Langhe e Monferrato fra i quali quello di Corticelle che, l’anno successivo (1165), Guglielmo infeudava ad Albertus et Manfredus de Curtexella.
Alberto fu al servizio dei marchesi Guglielmo il Vecchio, del figlio Bonifacio I e del nipote Guglielmo V negli anni di crisi dovuta alle drammatiche vicende della quarta crociata che costarono la vita ai marchesi Bonifacio e Guglielmo.
Un’altra prestigiosa figura di vassallo al servizio del Monferrato è stata quella di Lancea di Corticelle, eccellente uomo di legge, promosso a giudice generale dal marchese Teodoro Paleologo.
L’atto di alleanza del 7 gennaio 1199 tra il Comune di Asti e Vinchio. Il Comune di Asti, sorto sul finire del secolo XI, aveva sottomesso, ricorrendo ai suoi soliti modi coercitivi o alle armi, molti signori feudali ampliando la zona di influenza della sua giurisdizione.
Alla fine del secolo XII per avere il dominio della valle del Tiglione mancavano ad Asti Vinchio e Corticelle, i cui castelli erano di grande importanza strategica perché il loro possesso assicurava il libero accesso alla valle del Belbo e quindi all’acquese e al mare: un vantaggio per i mercanti di Asti che già in quegli anni intrattenevano rapporti commerciali con i mercati e le fiere della Francia e delle Fiandre.
La regione fra il Tiglione e la bassa valle Belbo era in quel tempo sconvolta da guerre a causa delle rivalità fra Asti, i marchesi del Monferrato e i piccoli signori feudali impegnati a difendere i loro diritti signorili dalle mire dei più potenti vicini. Inoltre la situazione di era fatta più critica per l’ingerenza del Comune di Alessandria che, formatosi da pochi anni, si era introdotto nella valle del Belbo turbata dalle lotte tra i signori feudali.
Asti, impaziente di raggiungere il suo scopo, il 7 gennaio 1199 costringeva ad un trattato di alleanza i consoli del comune di Vinchio, i quali si impegnavano aad aiutare e a difendere gli uomini di Asti. Avendo in precedenza Manfredo Monaco e il nipote Enrico, consignori di Vinchio, acquistato diritti signorili in Corticelle, questa si trovò coinvolta nel trattato di alleanza e vincolata con giuramento alle rigorose condizioni imposte da Asti.
Quest’ultima riteneva di avere realizzato il suo progetto, ma il 10 febbraio 1203 i Monaco, nonostante le promesse e i giuramenti di fedeltà prestati, si univano ai signori della bassa valle Belbo, i quali il 9 febbraio avevano fatto dedizione dei loro beni feudali al Comune di Alessandria. Seguì una lunga controversia giuridica tra i due Comuni, conclusa nel 1215 in favore di Asti che infeudava i Monaco delle quote che possedevano di Corticelle.
Bisogna ricordare che in quegli anni, in cui Asti la faceva da padrona nella Valtiglione, i marchesi di Monferrato inseguivano i loro sogni di gloria in Oriente e, quando il marchese Bonifacio II nel 1226 tornò ed assunse il governo dello stato, Asti lo vincolò a sé con un trattato di alleanza, in forza del quale il marchese si obbligava a portare guerra nell’alessandrino; a garanzia delle sue promesse il marchese dovette concedere in pegno ad Asti Corticelle che dal 1164 era feudo della famiglia di Monferrato.
Corticelle fra Trecento e Quattrocento. Scarse sono le notizie pervenute sulla storia di Corticelle relative a questi secoli, anche se si tratta di un periodo segnato da profonde trasformazioni storiche.
La potenza del Comune di Asti è in declino; la città era minacciata dal pericolo di essere occupata dalle milizie angioine che, entrate dalla Francia attraverso il valico di Tenda, si erano impadronite di molte città del Piemonte occidentale. Era inoltre sconvolta dalle sanguinose guerre fra guelfi e ghibellini, anche se il Comune non desisteva dal proseguire nei suoi progetti egemonici e nel 1282 infeudava Corrado Catena, patrizio astese, della metà del castello e del villaggio di Corticelle. Durante la spietata guerra civile tra i guelfi Solaro e i ghibellini de’ Castello, questi nel 1304 furono sconfitti ed espulsi dalla città e ripararono nel castello di Corticelle.
Nella prima metà del secolo XV tutta l’Italia settentrionale era in guerra e il Monferrato per la sua posizione strategica era conteso dai Savoia, dai Saluzzo, dai Savoia-Acaia, dai Visconti. Nel 1431 il duca di Milano Filippo Maria Visconti fece invadere a sorpresa il Monferrato dal condottiero Francesco Sforza, saccheggiando e occupando molte terre fra le quali Corticelle che tornò al marchese del Monferrato con la pace di Lodi del 1454.
Corticelle infeudata alla famiglia Panizzone. Il 4 giugno 1453 il marchese Giovanni di Monferrato investiva il medico Francesco Panizzone, di famiglia patrizia alessandrina, del feudo di Corticelle; l’atto fu redatto nel castello di Casale. Il 5 gennaio 1457 egli dettava il suo testamento ed eleggeva a sepoltura la chiesa di Santa Maria di Castello di Alessandria.
La famiglia Panizzone continuò ad essere infeudata di generazione in generazione di Corticelle fino al 1608, quando i fratelli Agostino e Antonio donavano al cognato Mario Antonio Scaglia una parte dei beni feudali e vendevano i restanti beni al ministro mantovano Alessandro Striggi, che era investito con il titolo di marchese dal duca di Mantova Vincenzo Gonzaga. Dopo cinquant’anni, nel 1662, il figlio Ferdinando li cedeva al marchese Giovanni Battista di Savona, ultimo feudatario di Corticelle.
Scatenatasi nel 1700 la guerra di successione spagnola e sconfitti i francesi dal principe Eugenio di Savoia nella battaglia di Torino del 7 settembre 1706, tutto il Monferrato fu annesso al ducato di Savoia, Corticelle compresa, che ne seguì le sorti nei secoli successivi.
Libera riduzione dal volume di Michele Pasqua “Ricerche sulle origini di Cortiglione e sulla sua storia feudale"


LA VITA ‘800-‘900 A CORTICELLE-CORTIGLIONE


Nel corso dei suoi studi presso l’Università di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, Bruna Bocchiotti ha presentato la tesi Struttura demografica di una comunità piemontese del 1800: ricostruzione delle famiglie, relatore il prof. Giovanni Levi, laureandosi nell’anno accademico 1984-1985. Per la tesi ha condotto uno studio sulla comunità di Corticelle-Cortiglione negli anni 1838-1928 da un punto di vista squisitamente accademico di demografia storica, ma la ricerca ci aiuta a conoscere un passato non troppo lontano, che ha concorso a formare i destini di molti cortiglionesi di oggi.
Qui riportiamo un po’ di dati che speriamo interessanti per molti.
Fonte unica della ricerca sono stati i registri parrocchiali custoditi nella canonica della parrocchia di San Siro. Scritti in latino fino al 1872, sono poi stati redatti in italiano secondo schemi prefissati per nascite, matrimoni, decessi. Per dare un’idea del grande lavoro di ricerca svolto l’Autrice elenca il numero di atti consultati: 3385 atti di nascita, 916 di matrimonio, 2630 di decesso. Su queste basi ha compilato delle schede di famiglia, così da poter studiare le variazioni nel tempo dei singoli gruppi famigliari.
Un dato che colpisce è la ricorrenza dei cognomi più diffusi che nel periodo 1838-1900 ricalcano in gran parte quelli di oggi.
Le schede hanno permesso di stabilire quanti figli erano nati, a che età della donna, quanto era durato il matrimonio ecc., dati utilizzati per compilare una serie di tabelle. Scopriamo per esempio che nel periodo considerato (1838-1927) sono state ben 107 le donne che si sono sposate prima dei 20 anni e soltanto 3 tra i 45 e i 49. Ci sembrano numeri che confermano quanto comunemente si ritiene: che in passato ci si univa in matrimonio molto presto e che il numero di matrimoni decresce rapidamente man mano che aumenta l’età della donna. Come è ovvio, il numero di nascite in ogni ambito famigliare diminuisce con l’aumentare dell’età della donna: per le 107 donne sposate tra i 15 e i 24 anni il numero di figli arriva anche a 11, mentre per quelle tra 35 e 39 anni scende comprensibilmente a 1.
La popolazione è aumentata costantemente dal 1838 fino al 1901 per poi diminuire fino al 1984, anno dopo il quale l’andamento è stato fluttuante; un lieve incremento, quasi certamente per l’arrivo di stranieri, ha portato negli ultimi anni il numero dei residenti a 611 nel 2010.
Per le nascite si riscontra un andamento altalenante, continuo ma in aumento, dal 1838 al 1897, mentre nei decenni successivi le nascite tendono a flettere decisamente. Per i matrimoni si rileva invece una tendenza generale all’aumento; curiosa l’impennata dei matrimoni dopo il 1918: si spiega, crediamo, con la fine della Grande Guerra e con il ritorno a casa di tanti giovani soldati. I decessi registrati si mantengono abbastanza costanti nei decenni fino al 1908 per poi scendere decisamente: l’influenza dei caduti in guerra non sembra essere rilevante.
Dagli atti di battesimo, dove era registrata la professione dei genitori, si può tracciare un quadro degli occupati di Corticelle dal 1838 fino al 1864, anno dopo il quale le registrazioni sono irregolari per tale aspetto.
Lasciamo i commenti ai lettori.

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